Gibellina
Descrizione
La Gibellina che vediamo oggi, il cui nome si suppone derivi dall'arabo Gebel (Montagna, Altura) e Zghir (Piccola), è il frutto della ricostruzione della città a seguito del disastroso terremoto che colpì la valle del Belice nel 1968.
Gibellina Nuova, per distinguerla dal vecchio centro distrutto dal sisma fondata dagli Arabi nell'Alto medioevo, fu ricostruita ad una quindicina di chilometri rispetto alla precedente posizione con una concezione illuminata, chiamando diversi artisti contemporanei di fama mondiale per riedificare lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa rendendolo un museo d'arte contemporanea "en plein air" ed un immenso laboratorio di sperimentazione artistica.
Esempi lampanti ne sono ad esempio la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, i Giardini Segreti di Francesco Venezia, la Porta del Belice di Pietro Consagra, Piazza XV Gennaio 1968 con la Torre Civica-Carrilion di Alessandro Mendini, il Sistema delle piazze di Laura Thermes e Franco Purini, la Montagna di Sale di Mimmo Paladino ed il Monumento ai Caduti di Giuseppe Uncini.