Parco minerario di Floristella-Grottacalda


Descrizione
Il parco minerario Floristella-Grottacalda è uno dei più importanti esempi di archeologia industriale del Mezzogiorno.
L'estensione complessiva del parco è di 400 ettari; di questi, 200 ettari corrispondenti al nucleo di Floristella, sono demanio della Regione Siciliana. Gli altri 200 costituenti il nucleo di Grottacalda sono di proprietà privata.
Il parco minerario, paesaggisticamente pregevole, è costituito da una vasta area della provincia di Enna che include tutte le strutture e le apparecchiature di lavoro di quelle che furono tra le più grandi miniere di zolfo della Sicilia e oggi costituisce una meta ricca di notevoli spunti culturali e naturalistici.
Le grandi miniere di zolfo di Floristella e Grottacalda, insieme alle altre più piccole della provincia di Enna, a partire dalla fine del Settecento sono state fonte di ricchezza economica di rilevanza europea, anche se spesso a prezzo di disumano sfruttamento degli operai, a volte anche bambini di 6 anni, che sopportavano le tremende condizioni di lavoro in cambio di una misera paga.
Luigi Pirandello illustrò tale realtà nella sua novella Ciaula scopre la luna.
L'ultimo dei tre pozzi verticali fu aperto negli anni '70 anche se l'attività estrattiva cessò definitivamente nel 1986.
L'esame delle diverse strutture abitative esistenti e delle strutture manifatturiere della zona mineraria evidenzia ed illustra i processi di modificazione sociale prodottisi nel territorio con l'avvento dell'industrializzazione. Molto interessanti sono anche le strutture architettoniche ubicate nell'insediamento; tra queste il palazzo Pennisi, residenza dell'antica famiglia proprietaria delle miniere.
Fonte Wikipedia