Militello in Val di Catania
Descrizione
Il territorio dove sorge oggi Militello in Val di Catania, chiamata fino al 1861 Militello in Val di Noto, è stato abitato lungo un arco cronologico che va dall'età del rame e del bronzo a quello bizantino e arabo passando, senza soluzione di continuità, attraverso l'età del ferro, il periodo classico, ellenistico e romano.
Proprio al periodo romano una leggenda fa risalire la fondazione della città, nonostante i ritrovamenti archeologici evidenzino ben altro: si dice che le truppe del console Marco Claudio Marcello, durante l'assedio di Siracusa del 212 a.C., nel tentativo di scampare ad un'epidemia di malaria abbiano cercato un luogo più sicuro dove accamparsi, trovando a circa trenta miglia dalla costa un altopiano caratterizzato da aria salubre e acque limpide. Fu così che sarebbe stata fondata la colonia di "Militum Tellus" (terra di soldati) che diede il nome all'abitato.
Più verosimilmente, invece, l'origine dell'odierno abitato sarebbe da ricondurre al periodo Normanno e quindi il toponimo latino "Militum Tellus" farebbe riferimento alla distribuzione di terre, operata dal conte Ruggero I, in favore dei membri del suo esercito.
Risalenti al periodo normanno, e quindi a sostegno di quest' ipotesi di fondazione del primo vero centro abitato, sono la chiesa di Santa Maria, ricostruita dopo il terremoto del 1693 e oggi nominata Santa maria della Stella, e la torre-dongione ad essa adiacente.
La città di Militello vide l'apice del suo splendore negli anni della signoria del principe Branciforte e della consorte Giovanna d'Austria, dal 1575 al 1622, ed in generale nei secoli dal XVI e XVIII.
A questo periodo risale la costruzione di molti edifici nobiliari, chiese, arredi urbani, una grande biblioteca e una stamperia tra le prime del Regno di Sicilia.
La fiorente economia della città era basata sull' agricoltura e su molteplici eccellenze quali: la produzione della polvere da sparo, della seta, della salsola (sali di potassio per la preparazione del sapone) e della colla; la concia e la lavorazione dei pellami; la molitura dei cereali e la lavorazione del tabacco.
Per il grande valore del suo patrimonio monumentale nel 2002 è stata inserita, insieme ad altre sette città tardo barocche del Val di Noto, nella lista dei siti dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità.