Chiesa di San Nicolò l'Arena
Descrizione
La chiesa di San Nicolò l'Arena a Catania con i suoi 105 metri di lunghezza, 48 di larghezza nel corpo centrale e circa 71 al transetto e con un altezza massima di quasi 66 metri è la chiesa più grande di tutta la Sicilia. Ricostruita su una precedente chiesa rinascimentale a partire dal1687 dopo l'eruzione dell' Etna del 1669, deve il nomignolo "all' Arena" dal primissimo complesso monastico dedicato a San Nicola di Bari eretto a Nicolosi, da cui provenivano i monaci che fondarono il Monastero di San Nicolò a Catania quando, nel 1578, decisero di tornare entro le più sicure mura fortificate cittadine. Il territorio di Nicolosi è infatti caratterizzato da sabbie rossastre, ottimo elemento edilizio sfruttato nell'architettura etnea fino al XX secolo, che si formano grazie alle elevate temperature della terra sottostante. La maestosità del progetto rivela gli intenti funzionali e celebrativi dell'ordine: da un lato, l'enorme superficie occupata dall'edificio religioso doveva servire ad accogliere quanti più fedeli possibili; dall'altro, la grandezza e la monumentalità del tempio dovevano evidenziare la potenza e la ricchezza raggiunte dal cenobio catanese, già attestate dal sontuoso chiostro rinascimentale inaugurato nel 1608. La chiesa che venne presa a modello per la realizzazione della costruzione catanese fu la Basilica di San Pietro a Roma. I riferimenti alla basilica vaticana sono ben riconoscibili: nei pilastri che reggono le navate con le paraste corinzie e i cornicioni plasticamente rilevati; nelle finestre, che riecheggiano motivi prettamente romani; infine, soprattutto nella pianta a croce latina e a tre navate, con transetto e cupola all'incrocio dei bracci, con cappelle laterali e sulle absidi del transetto e un coro sopraelevato molto profondo per accogliere gli stalli dei monaci. La costruzione della chiesa si interruppe per il terremoto del 1693 per essere ripresa solo nel 1730. La facciata dell'edificio, a metà tra il tardo barocco siciliano ed il neoclassico che stava entrando di moda, è però rimasta incompiuta: complici i problemi tecnici che la costruzione comportava e la precaria situazione finanziaria dei monaci, più inclini a render maggiormente comodi e sfarzosi gli ambienti del monastero e la vita che vi si conduceva, piuttosto che la loro chiesa, la facciata fu innalzata solo parzialmente lasciando le colonne a metà e il tutto privo della trabeazione di coronamento con un timpano al centro, prevista dal progetto. All' interno della chiesa sono ammirabili oltre alle raffinate decorazioni barocche un grande organo con 2.378 canne in legno e lega di stagno, sei mantici, cinque tastiere e settantadue registri, così grande che si diceva potesse essere suonato contemporaneamente da tre organisti e, sulla pavimentazione, una meridiana a camera oscura lunga circa 40 metri, completata nel 1841 in grado di segnare le ore, i giorni, i mesi e i segni zodiacali.