Riserva naturale orientata Biviere di Gela e la leggenda della Biddina


Descrizione
La riserva naturale orientata Biviere di Gela, istituita nel 1997,fino al Cinquecento era un ambiente salmastro paludoso. All'inizio del Seicento il Duca Giovanni di Aragona la trasformò in un lago di acqua dolce collegandolo con un canale sotterraneo al fiume Dirillo. Riserva di caccia e pesca fino alla metà del Novecento nel 1991 il lago è stato dichiarato zona umida di importanza internazionale e riconosciuta dalla Convenzione di Ramsar. Inoltre, essendo una delle più importanti zone di sosta e svernamento per numerose specie di uccelli migratori di oltre 200 specie,il Biviere di Gela è il più grande lago costiero della Sicilia.
Esiste una leggenda siciliana secondo la quale nella location del Lago Biviere, esisteva una bestia lunga più di dieci metri ricoperta da squame corazzate e occhi rossi che ipnotizzavano terrorizzando i passanti e mietendo vittime. Un giorno, durante una battuta di caccia, due uomini appostati tra i canneti delle sponde del Biviere in attesa che le folaghe si levassero in volo, videro spuntare improvvisamente un grosso rettile tutto ricoperto di scaglie, dalla testa alla coda. Il mostro che arrivava dalla terraferma si dirigeva spedito verso di loro così che i due cacciatori, paralizzati dalla paura attesero l'entrata in acqua della bestia e scapparono a gambe levate verso il paese gridando “ a biddina scappau ". Nei giorni a seguire, un gruppo di impavidi , avvistata " a biddina " in contrada S. Giuliano, in territorio di Mazzarino ai confini con Butera, riuscirono a tramortire il rettile leggendario colpendolo a morte con un solo proiettile sparato in bocca, unica parte del corpo non protetta dalle scaglie magiche.