Castello di Pietrarossa
Descrizione
Dell' antico castello di Pietrarossa restano oggi solo pochi ruderi.
La prima edificazione del castello è ancor oggi, nonostante gli studi, avvolta nel mistero.
Le uniche notizie certe sul castello riguardano il periodo successivo all'insediamento di Ruggero I d'Altavilla e della storia pre-normanna si è persa ogni traccia.
Probabilmente l'origine è bizantina e risale alla fine dell' VIII sec. sebbene abbastanza avvalorata è anche la tesi di una fondazione da parte degli Arabi.
La fortezza è situata al margine orientale del centro storico di Caltanissetta nei pressi dell'antico quartiere arabo della città, e domina, dall'alto della rocca calcarea sulla quale si erge, tutta la vallata del fiume Salso riuscendo ad essere addirittura in collegamento visivo con il castello di Pietraperzia in provincia di Enna.
Originariamente il castello, accessibile esclusivamente attraverso un ripido percorso dal fronte rivolto verso la città, era molto imponente e ricco di ambienti adibiti a ricevere Re e dignitari.
Era articolato su vari livelli e risultava costituito da tre torri collegate da cortine murarie, delle quali oggi risultano visibili resti di quella centrale, alta circa 25 metri e della torre di vedetta nord.
Nel 1407, il castello passò in proprietà alla famiglia Moncada e qui iniziò il suo periodo di decadenza in quanto fu ritenuto inadatto come residenza nobiliare tanto che sul finire del XV secolo i sotterranei del castello vennero addirittura adibiti a carceri.
Nella notte del 27 febbraio 1567, a causa dell'inconsistenza della roccia su cui era stata costruita, gran parte dell'inespugnabile fortezza crollò. Rimasero in piedi solo alcuni terrapieni, due torrioni ed una sottile torretta di guardia.
Nel 1591 vennero iniziati dei lavori di manutenzione del castello che finirono però per diventare in realtà dei lavori di smantellamento in quanto i materiali vennero riutilizzati per la costruzione di nuovi stabili in città.
In seguito a questo progressivo smantellamento, nel 1600 fu trovato il cadavere di Adelasia, nipote di Ruggero d'Altavilla, cinta da una corona di rame che ne indicava il nome e la progenie.
Probabilmente deve il suo nome al tipo di pietra usata per la costruzione, parte della quale è ancora visibile, che è stata riutilizzata nella muratura dell'attiguo convento dei padri Riformati.