Santa Margherita di Belice
Descrizione
Il territorio di Santa Margherita di Belice, sebbene abitato dalla preistoria dai Sicani, poi dai Greci, dai Romani, Arabi e Normanni diventa vera e propria città solo nel 1572 grazie ad una licentia populandi concessa dal re di Spagna Filippo II al barone Antonio Corbera. La città si chiamava al tempo Misirindino, derivato dall' arabo Manzil-Sindi.
Il nome Santa Margherita fu assegnato alla città solo nei primi anni del 1600.
I principi Filangieri, succeduti ai baroni Corbera, diedero impulso al paese con la costruzione di diversi edifici e facendone aumentare la popolazione.
Lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, discendente della famiglia Filangieri, visse a Santa Margherita la sua infanzia, e oltre a citarla nel suo libro "Racconti" ambienta parte del "Gattopardo" proprio nella sua residenza margheritese.
Quando nel 1963 Luchino Visconti decise di adattare al grande schermo il famoso romanzo utilizzò Palazzo Filangeri Cutò, meglio noto come Palazzo Gattopardo, copme set di molte riprese.
Santa Margherita di Belice è stata scelta negli anni anche da altri registi come ambientazione di produzioni cinematografiche e televisive come ad esempio La smania addosso (1962), I briganti di Zabut (1997) e la serie televisiva Il segreto dell'acqua (2011).
Come molti altri comuni della Valle del Belice anche Santa Margherita è stata colpita dal violento terremoto che nel 1968 stravolse completamente il volto di tutto questo territorio.
Le macerie della vecchia Santa Margherita sono ancora visibili e in parte visitabili.
Un Museo Della memoria, dove sono messe in mostra centinaia di fotografie che guidano il visitatore alla scoperta della Valle del Belìce e dei suoi nove paesi (Gibellina, Montevago, Salaparuta, Poggioreale, Santa Margherita di Belìce, Santa Ninfa, Sambuca di Sicilia e Vita) prima di quella sconvolgente notte del 15 gennaio 1968, è stato allestito nei ruderi restaurati della vecchia Chiesa Madre.